Ignacio Jerusalem
Cristal Bello & Maitines para la Virgen de Guadalupe
La púrpura de la rosa ensemble & I Solisti Lucani
Andrea Manco, flauto
?, soprano
Pablo Varela, direttore
Ignacio de Jerusalem y Stella
Negli archivi della Curia Arcivescovile di Lecce si trova il certificato di battesimo di Ignatius Dominicus Orontius Joseph Pascali Jerusalem con data 3 giugno 1707. Lascia l’Italia nel 1732 e si stabilisce a Cadiz per lavorare come violinista nel teatro di quella città. Dieci anni dopo, il Reale Tribunale dei Conti di Spagna lo ingaggia insieme ad altri musicisti e cantanti per compiere servizio musicale in Messico. Arriva nella capitale della Nuova Spagna nel 1742 e lavora come violinista e direttore musicale del Teatro Coliseo. Dal 1746 scrive opere sacre per la Cattedrale Metropolitana e nel 1749 viene nominato maestro di cappella interino diventandone l’anno successivo maestro titolare, incarico che mantenne fino alla sua morte avvenuta nel 1769. Durante la sua vita, ha goduto di fama in tutto il continente.
Maitines para la Virgen de Guadalupe (1764)
Nel 1764 ad un compositore arrivato dal vecchio continente, Ignacio Jerusalem, fu commissionato di scrivere un oratorio che commemorasse l’apparizione di Nostra Signora di Guadalupe sul monte Tepeyac nel 1531. Il risultato è un lavoro meravigliosamente riuscito sia in termini vocali che strumentali chiamato “Maitines a la Virgen de Guadalupe”. Ai brani musicali con testi biblici vengono alternate anche delle lezioni dottrinali che raccontano le apparizioni della Vergine all’indio Juan Diego, iniziate secondo la tradizione messicana il 9 dicembre e concludendosi il 12 dicembre del 1531.
Nella mitologia azteca tra gli odierni Nahua, “Tonantzin” (Nostra Cara Terra) è un titolo generico associato alle divinità femminili. Nelle fonti, Bernardino de Sahagún ad esempio, si evince che gli indigeni usavano tale titolo per riferirsi ad una spaventosa dea della guerra e del parto, Cihuacoatl. Si crede che si faccia particolare riferimento alla Madre Terra e, per i cattolici, indica oggi la Vergine Maria. Tra i titoli onorifici appartenenti a Tonantzin ci sono “Dea del sostentamento”, “Nonna onorata”, “Serpente”, “Portatrice di mais” e “Madre del grano”. Tra gli altri nomi indigeni ci sono Chicomexochitl (“Sette Fiori”) e Chalchiuhcihuatl (“Donna della Pietra Preziosa”). Tonantzin veniva festeggiata durante la festa di Xochilhuitl.
Alcuni antropologi credono che Nostra Signora di Guadalupe (una manifestazione indigena di Maria madre di Gesù e patrona della Chiesa cattolica messicana) sia un sincretismo ed una Tonantzin cristianizzata. La Basilica di Nostra Signora di Guadalupe costruita nel XVII secolo a Città del Messico, eretta in onore della vergine e forse il più importante monumento religioso messicano, si fonda sulla base della collina di Tepeyac, che si crede essere stata usata nel periodo precolombiano per il culto di Tonantzin.
Secondo alcuni, la creazione di Nostra Signora di Guadalupe come Tonantzin cristianizzata sarebbe un’idea dei missionari per la conversione degli Aztechi.